“L’altro era quel che tu, Gaville, piagni.”
Così diceva Dante Alighieri nel XXV canto dell’inferno della Divina Commedia, riferendosi alla rappresaglia messa in atto dalla famiglia guelfa dei Cavalcanti, nei confronti degli abitanti del Castello di Gaville, dove Francesco de’ Cavalcanti (detto il Guercio) era stato ucciso.
La pieve di San Romolo a Gaville sorge su una collina circondata da uno splendido uliveto, lì dove passava una volta la Via Adrianea, che collegava la Valdambra a Firenze. Nei locali antistanti alla chiesa si trova il bellissimo Museo della Civiltà Contadina che offre uno spaccato sulla vita contadina di un tempo.
La Pieve fu costruita fra il 1007 ed il 1070 a ridosso della torre di avvistamento preesistente per volere della famiglia Ubertini, i quali possedevano il vicino Castello di Gaville, considerato in epoca medioevale uno dei più potenti del Valdarno Fiorentino.
La pieve ebbe un periodo di forte splendore, in quanto esercitava la sua giurisdizione su oltre 30 popoli, incluso quello di Figline. Dal 1175 in poi, la pieve vide dimezzarsi e poi diminuire gradualmente la giurisdizione sulle zone circostanti per via dell’opposizione continua della famiglia Ubertini alle scelte del Vescovo di Fiesole.
La pieve fu sfigurata durante i lavori del 1700 e danneggiata durante la II° guerra mondiale. Tra gli anni 40 e 60, la chiesta è stata completamente rinnovata e riportata allo splendore e forma di un tempo.
La facciata della chiesa si caratterizza per la sua estrema semplicità. Dall’esterno si possono notare le canoniche tre navate e il portale che contiene una lunetta purtroppo priva dell’affresco di scuola senese, la quale sinopia è custodita all’interno della canonica. La bifora posta sopra alla lunetta era stata murata durante il lavori del ‘700 ma riportata alla luce con il suo capitello centrale durante i restauri del ‘900.
Il campanile, presente in facciata, risulta diviso in due parti in base al materiale usato per la sua costruzione. La parte inferiore è evidentemente la più antica, di matrice longobarda, mentre quella superiore è stata realizzata con materiale differente nel Settecento.
All’interno, le tre navate sono divise da due file di colonne in arenaria e sormontate da capitelli in stile romanico e da archi a tutto sesto. Capitelli con motivi fitomorfi, accompagnati da quelli che che illustrano testi sacri e altri che narrano la creazione del mondo. Il primo ed il terzo capitello di sinistra ad esempio presentano degli uccelli affrontati inscritti in un cerchio e un’aquila, una figura maschile e una femminile alla quale un animale alato morde il seno.
All’interno della chiesa è conservata un’ Annunciazione della scuola del Ghirlandaio e la sinopia dell’affresco che un tempo era collocato all’interno della lunetta della facciata.
La Pieve è oggi visitabile a ridosso delle funzioni liturgiche e durante le aperture del vicino Museo.