Quando, percorrendo la panoramica via dei Setteponti, si giunge nei pressi di Castelfranco di Sopra, si nota immediatamente l’ex Abbazia di San Salvatore a Soffena, conosciuta più comunemente con il nome di Badia di Soffena. Situata all’esterno delle antiche mura di questa Terra Nuova Fiorentina, è rimasta fortunatamente isolata dal centro abitato, all’interno di un ampio oliveto che ne fa da cornice.
La Storia dell’Abbazia
La Badia, costruita probabilmente nel XI secolo sopra a delle rovine di un precedente Castello della Famiglia degli Ubertini, viene citata per la prima volta in un documento del 1014.
Nel 1090, grazie alla Bolla Papale di Urbano II, la Badia passa sotto il controllo e la giurisdizione dei monaci vallombrosani, che negli anni successivi la ristrutturano, fino ad un completo rifacimento in stile gotico, avvenuto nel 1394. Durante questi lavori, viene applicato per la prima volta un intonaco alla struttura interna che verrà poi affrescato da vari pittori valdarnesi.
Purtroppo, il periodo di splendore per l’Abbazia ha un fine nei primi decenni del 1700. Infatti, abbandonata dagli ultimi monaci vallombrosani, viene ceduta a privati e usata come magazzino e deposito per l’attività agricola. Durante questo periodo, la struttura verrà in parte danneggiata e gli affreschi distrutti o ricoperti di nuovo intonaco.
L’aspetto attuale si deve al lavoro dello Stato che, acquistata la badia nel 1962, inizia una massiccia opera di restauro riportando alla luce non solo l’antico chiostro interno, ma anche numerosi affreschi ritrovati sotto gli strati di intonaco.
La struttura
La Badia di Soffena è attualmente composta dal campanile, dalla chiesa, dal chiostro e dal convento. In tutte queste strutture, è possibile notare i vari lavori di ristrutturazione e modifica avvenuti nel corso del tempo. Ad esempio, nel chiostro, è possibile notare la differenza nel materiale usato per i capitelli delle arcate: laterizio da un lato e in pietra dall’altro.
All’interno della Badia, che ha un impianto a croce latina tipico dei monaci vallombrosani, sono tornati alla luce, grazie ai restauri del ‘900, affreschi realizzati da vari artisti: una Annunciazione attribuita allo Scheggia (fratello di Masaccio), la Madonna col Bambino di Paolo Schiavo, il San Giovanni Gualberto e storie della sua vita di Bicci di Lorenzo e una Strage degli Innocenti del Maestro Liberato da Rieti.
Orario di apertura:
Lunedì, mercoledì, venerdì – dalle 13.00 alle 19.00
Martedì, giovedì, sabato – dalle 8.00 alle 14.00
Domenica- 2° e 4° del mese dalle 8.00 alle 14.00
Chiusura:
2° e 4° lunedì del mese / 1° e 3° domenica del mese / 1 gennaio / 1 maggio / 25 dicembre
Per prenotazioni ed informazioni:
Tel. 0559631259 (dal lunedì al venerdì – 8:00 – 13:00)